SEL-Debatte Landtag 06.11.2012, Bericht Riccardo Dello Sbarba

Caso SEL: Linee guida per una nuova politica della Provincia nel settore idroelettrico.

Care colleghe e cari colleghi,
OGGI finalmente portiamo in consiglio provinciale il dibattito che da settimane si svolge sui media e in tutte le sedi politiche. La situazione è molto grave. Per effetto di processi che vedono imputati tutti i massimi responsabili della politica energetica degli ultimi 15 anni e di ricorsi che vedono tutti i comuni contro la Provincia, oggi nessuno sa dire se le concessioni ex ENEL verranno annullate o no, se SEL dovrà pagare conguagli e danni o no, se sopravviverà a questa tempesta o no. Certo non nella sua forma attuale.
Dunque, prima di parlare dei nuovi indirizzi è doveroso capire dove si è sbagliato.

Con lo scandalo SEL l’autonomia ha perso la sua innocenza – ha scritto la Wirtschaftzeitung. Lo scandalo SEL è l’approdo di 15 anni di politica energetica della Giunta provinciale, del presidente Durnwalder e dei partiti di maggioranza. Del disastro che sta sotto gli occhi di tutti la responsabilità politica – ripeto politica – è della Giunta provinciale e soprattutto sua, presidente Durnwalder.

Come giustificazione portate tre argomenti: primo, che avete agito nell’interesse pubblico; secondo, che avete riportato a casa l’energia; terzo, che delle clausole capestro dei contratti SEL non sapevate nulla.
Questi tre argomenti vanno confutati perché sono fatti apposta per non cambiare nulla.

Primo: non è vero che tutto è stato fatto nell’interesse pubblico. A meno che non si consideri per interesse pubblico solo l’interesse della Giunta provinciale che, volendo monopolizzare l’energia, si è scontrata fin dall’inizio e sempre non tanto contro interessi privati, ma soprattutto contro i comuni, cioè contro altri interessi pubblici.

Fin dal 2000 Provincia e SEL si alleano con EDISON dando Glorenza e Castelbello a SEL_Edison e tagliando fuori i comuni della Venosta. Lo stesso nel 2009 con Hydros e le sue 7 centrali e poi di nuovo nel 2010 con le 14 concessioni in scadenza: le 12 ex Enel, la Tel di AE e San Floriano. Alle gare per queste concessioni partecipavano tutti i comuni interessati e il privato era solo uno, ripeto: uno solo, e partecipava solo a due gare su 14.
In 12 casi su 14 la Provincia ha dunque fatto alleanza con ENEL contro i comuni e le loro società pubbliche.

E 4 anni prima i progetti SEL manipolati non furono solo quelli dove concorreva il privato, ma anche tutti gli altri dove concorrevano i comuni, compresa Tel, la centrale di Bolzano e Merano.

Non è vero che tutto sia stato fatto col nobile scopo di contrastare i privati e tutelare l’interesse pubblico.

La controprova sta nella situazione attuale. Se la politica con cui si pretendeva di fare l’interesse pubblico ha come risultato le concessioni a rischio di annullamento e la SEL a rischio di fallimento, allora questa politica ha provocato l’opposto: un danno enorme lla credibilità della politica, al pubblico interesse e alla popolazione.

Secondo: non è vero che l’energia è stata portata a casa. O almeno, ne è stata portata a casa appena un terzo, mentre il grosso del business energetico, e i relativi profitti, restano in mano a ENEL ed EDISON. Noi Verdi lo denunciammo un anno e subito la Giunta smentì. Oggi i bilanci di SE Hydropower e Hydros depositati alla Camera di Commercio dimostrano che avevamo ragione noi.

Per SE Hydropower il 2011 è stato il primo anno di attività. Nel 2011 le centrali SE Hydropower hanno prodotto 2.130.000 MWh, a SEL sono andati 710.000 MWh, cioè il 35% dell’energia.
Il 65% dell’energia è andata a ENEL, che l’ha venduta tramite ENEL Trade che ha sede a Roma e lì paga paga le tasse sui suoi profitti, tasse che vanno perdute per l’Alto Adige.
Passiamo alle 7 centrali Hydros.
Nel 2009 Hydros ha prodotto 1.016.000 MWh, a SEL sono andati 301.000 MWh, pari al 29% dell’energia.
Nel 2010 Hydros ha prodotto 1.021.500 MWh, a Sel sono andati 301.500 MWh, pari ancora al 29% dell’energia.
Nel 2011 Hydros ha prodotto 1.042.500 MWh, a Sel sono andati 319.000 MWh, pari al 30% dell’energia.
Il resto, cioè il 70% dell’energia prodotta dalle centrali Hydros, se l’è preso e venduto EDISON Trading, che ha sede a Milano e lì paga le tasse sui suoi profitti, tasse che vanno perdute per l’Alto Adige.

Per dare la misura di queste cifre faccio un paragone storico.
50 anni fa morva Enrico Mattei, l’ex presidente dell’ENI che sfidò le “Sette sorelle” con contratti più che favorevoli ai paesi produttori di petrolio. Sapete di quanto?
Le “Sette sorelle”, cioè il vecchio potere coloniale, lasciavano ai paesi produttori il 50% del petrolio. Il contratto di Mattei del 1957 con l’Iran lasciava invece a questo paese il 75% del petrolio estratto: il 75%!

Da noi, provincia autonoma dell’anno 2012, ENEL si tiene il 65% della nostra energia e Edison il 70%: e questo lo chiamate “riportare a casa l’energia”?
L’energia non sarà mai portata a casa davvero finché la Provincia continua a preferire ENEL ed EDISON ai comuni. Solo quando le centrali saranno in mano a società al 100% altoatesine – e questo sarà possibile solo se saranno società dei Comuni e non della Provincia – allora saranno davvero riportate a casa il 100% dell’energia, il 100% dei profitti e il 100% delle imposte!.

Terzo: non è vero che la Giunta provinciale non sapeva nulla. Tutti i contratti che hanno scandito la politica energetica della Provincia sono stati frutto di decisioni del Presidente e dalla Giunta provinciale o di persone messe lì dal Presidente e dalla Giunta provinciale. I contratti SEL sono stati prima negoziati dal Presidente Durnwalder e poi firmati alla sua presenza, come testimoniano le foto dell’epoca. Il Presidente non poteva ignorare che cosa c’era scritto. Non poteva per esempio ignorare che nel contratto con ENEL il 20 ottobre 2009 la SEL si impegnava a vincere tutte le concessioni due mesi prima di sapere l’esito della gara. Il presupposto di questo contratto era che SEL doveva assolutamente vincere le gare, pena il pagamento di milioni in conguagli.

Ora io mi domando e vi domando: che gara pubblica fu quella, in cui ancor prima dell’esito viene incassata la vittoria – 510 milioni era il valore concordato per le concessioni! Come può autorizzare un simile contratto una Provincia, che di quella gara pubblica dovrebbe garantire l’imparzialità?

La foto del 20 ottobre 2009 è la manifestazione plastica di un drammatico conflitto di interessi. Il presidente SEL Stocker e quello ENEL Mancini firmano sotto gli occhi dell’assessore Laimer e del presidente Durnwalder: concorrenti e giudici di gara mescolati nella più totale confusione dei ruoli. Mi domando come fece l’ufficio stampa della Provincia a diffondere quella foto senza rendersi conto della sua gravità.

La verità è che il conflitto di interessi e la logica del fine che giustifica i mezzi hanno fatto perdere a tutti il senso del confine tra giusto ed ingiusto e ad alcuni anche tra il lecito e l’illecito.

Quando c’è conflitto d’interesse non c’è stato di diritto, non c’è trasparenza e si rischia il peggio. E il peggio, se può accadere, di solito accade ed è effettivamente accaduto.

Di questo peggio adesso cercano di approfittare i nemici dell’autonomia, che non hanno mai visto di buon occhio il trasferimento alle Regioni – nel 1999 col decreto Bersani – di quella competenza sulle concessioni idroelettriche che oggi qualcuno vorrebbe riportare allo Stato.
Noi dobbiamo difendere le competenze dell’autonomia, ma possiamo farlo solo se siamo credibili e abbiamo le carte in regola. Oggi in Europa il doppio ruolo di Provincia e SEL non è più tollerato e mette a rischio la sovranità provinciale su acqua ed energia.

Dobbiamo decidere: o manteniamo la SEL nella sua attuale forma, e rischiamo di perdere sia le concessioni che la competenza; oppure difendiamo la competenza, ma allora la Provincia deve uscire da SEL.

Bisogna tornare alla norma di attuazione del 1977, quella scritta da Magnago e ancora in vigore, che stabilisce che la produzione, la distribuzione e tutte le altre “attività elettriche” spettino “ai comuni, ai loro consorzi nonché alle loro società”, mentre alla Provincia spetta di fare le leggi, indire le gare, rilasciare le concessioni e riscuotere i canoni. E’ prima di tutto fissando condizioni le più vantaggiose possibile per il territorio e la popolazione, in una gara trasparente, che la Provincia deve garantire che l’interesse pubblico abbia la priorità, chiunque vinca.

Noi certo preferiamo che siano società pubbliche a gestire le centrali, ma queste società non potranno che essere emanazione dei comuni.
Per questo ora è urgente che i Comuni e il loro Consorzio si muovano e propongano finalmente un modello di società energetica che integri le forze già esistenti e faccia partecipare tutti i comuni, nessuno escluso.

Sarà questa società dei comuni a partecipare in futuro alle gare, puntando a vincerle con i progetti migliori.
La SEL nell’attuale forma non dovrà più partecipare a nessuna gara. La SEL va congelata e fatta oggetto di un “piano di risanamento” appena si conoscerà il destino delle concessioni, gli eventuali indennizzi e danni da pagare. Poi bisognerà passare alla seconda fase: l’uscita della Provincia dalla SEL e il trasferimento delle quote ai comuni. Tale operazione è possibile a costo zero per i comuni attraverso una norma nella legge finanziaria provinciale: un ente pubblico come la Provincia può in ogni momento cedere proprie partecipazioni societarie ad altri enti pubblici come i comuni.

Infine, va verificata seriamente la fattibilità di una riorganizzazione della distribuzione su base cooperativa come da dieci anni propone la Federazione dell’Energia Raiffeisen. Il modello cooperativo può garantire democrazia energetica, tariffe ridotte e riduzione dei consumi.

Questo è ciò che noi Verdi intendiamo per “nuova politica energetica, non da oggi, ma da quando la SEL è nata. Siamo contenti che queste nostre idee abbiano fatto scuola.
Per finire, vorrei porre due questioni di attualità.

La prima: Provincia e SEL devono costituirsi parti civili nel processo contro Laimer e Rainer. C’è tempo fino all’inizio del dibattimento, giovedì prossimo. Provincia e Sel dovranno dimostrare che queste persone non hanno agito per i rispettivi enti, o per l’interesse pubblico, ma contro i rispettivi enti e contro l’interesse pubblico. Per questo bisogna finirla di usare l’interesse pubblico come giustificazione. Altrimenti, attenzione: si rischia la corresponsabilità degli enti!

Secondo: il famoso “incaricato per l’energia”. Già si è partiti col piede sbagliato: quest’incaricato speciale di Giunta provinciale e Consiglio dei Comuni è stato deciso in una riunione interna alla SVP. E’ l’ennesima confusione tra partito e istituzioni, è l’opposto di quanto prevede uno stato di diritto di stampo europeo.

Inoltre vorrei chiedere: Non spetterebbe alla Giunta di cercare una via d’uscita da questo disastro? La nomina di questo esperto è l’attestato di fallimento della Giunta provinciale e della maggioranza. Si ricorre a un super tecnico perché la politica non sa più che pesci prendere. Esattamente come in Italia, dove partiti alla bancarotta si nascondono e si affidano al tecnico Monti per tirar fuori il Paese dai guai.

Il rischio è che questo super incaricato per l’energia riceva un super – stipendio solo per guadagnare tempo in vista delle elezioni. Il rischio ancora più grosso è che la politica energetica ri-sprofondi nel buio delle diplomazie segrete e venga sottratta al giudizio dei cittadini. Sarebbe inaccettabile.

Se proprio volete delegare compiti che vi spetterebbero a questo super-mediatore, mi parrebbero doveroso:

  • primo, che questa persona – come hanno proposto anche altri colleghi – venga nominata d’intesa col Consiglio provinciale;
  • secondo, che abbia un compenso morigerato e un mandato breve: 3 mesi al massimo;
  • terzo, che alla fine dei 3 mesi riferisca in consiglio provinciale sul lavoro fatto.

Solo così potremo garantire la trasparenza e il controllo che esigono le cittadine e i cittadini che, cari partiti della maggioranza, dopo lo scandalo SEL non si fidano più di voi.

Riccardo Dello Sbarba
06.11.2012

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