Perche votero‘ NO

Perché voterò no al Referendum di domenica.

Sono un residente-turista di Brunico, e son contento di poter dir la mia con un voto.

Alle ottime e lucide ragioni esposte nel volantino a favore del no, alle quali il Sindaco non avrebbe  saputo obiettare altro che il Referendum non riguarda la nuova pista verso Percha e che quindi è inutile andare a votare vorrei aggiungere qualche commento e valutazione.

Innanzi tutto, anche se siete favorevoli alla nuova pista e pensate che l’astensione sia sufficiente per indicare questa vostra preferenza, andate a votare e ditelo con un si. Far fallire un referendum con l’astensione è un suicidio della democrazia, uno schiaffo a coloro che hanno lottato perché potessimo avere questo strumento, che prima che la gente rinunciasse ad affermare i propri diritti era tanto temuto dai nostri politici.

Ed ora vediamo qualche commento alle ragioni per votare NO.

Vi siete accorti che persino nel mese di novembre, con i ristoranti chiusi per ferie in buon numero a indicare la minima presenza di turisti, eppure il traffico per la via Dante continua a snodarsi in lente code e non si trova un parcheggio libero nelle zone centrali? Questo perché lo sviluppo delle attività produttive, servizi, nuova edilizia, rifacimento di vecchi edifici etc. ha raggiunto un livello mai visto prima, con persone e mezzi sempre in movimento a seguire i loro affari. Indubbi vantaggi derivano da questa situazione , così ad esempio nessuno dei miei conoscenti  a Brunico ha un figlio disoccupato.

A fronte di questo favorevole sviluppo produttivo, che genera un miglioramento economico che è in controtendenza con il resto dell’Italia, la qualità della vita del ceto medio (di coloro cioè che vivono a Brunico, devono vivere a Brunico, perché non possiedono ville in amene e silenziose valli austriache) sta peggiorando. Per quasi tutto l’anno le strade e i negozi sono  impraticabili, affollati di turisti mordi e fuggi, la via Dante è afflitta dalla presenza di quelle invadenti capanne del mercato di Natale, frequentato da turisti che partono in pulman magari da Roma per fare il giro delle analoghe baracche di Bolzano, Merano, Brunico. Si è persa la pace, la dimensione umana del vivere, i negozi sono aperti con orari estesi, che complicano la vita dei commessi, la vigilia di Natale si lavoro fino a sera, la nottte di Natale i gatti delle nevi son li a lisciare il manto nevoso, perché la mattina di Natale la si possa trascorrere a sciare. In questa massa di gente di passaggio si perdono le relazioni umane, si  è estranei l’uno all’altro e l’altro ci infastisce con la sua presenza come in una grande città. L’abitudine di un cenno di saluto incrociando una persona anche sconosciuta è ormai limitata agli incontri nelle stradine più solitarie.

E ammettiamo pure che tutta questa confusione sia di vantaggio per i lavoratori, artigiani, per i più, ma vediamo invece cosa sta accadendo a Brunico: mi riferisco a un episodio passato quasi sotto silenzio, ma che invece ha colpito la mia sensibilità, formatasi alla scuola di una grande città in grande degrado come Roma. Ebbene circa una settimana fa una coppia di ragazzi altoatesini sono stati arrestati per aver rapinato e ferito a botte un ragazzo che aveva rifiutato di farsi spogliare del telefonino e dell’i-pod; aggiungeva il cronista che episodi del genere cominciano a ripetersi con frequenza nel corso degli ultimi mesi. Questo fatto dovrebbe far suonare un campanello di allarme: se due ragazzi, non cresciuti in una periferia degradata di una grande città, in mezzo a prostituzione e spaccio, ricettazione, sfruttamento di immigrati e quant’altro, ma in una cittadina i cui abitanti possono vantare di aver vissuto prima del boom economico in una situazione di grande dignità e rispetto del vivere civile e collettivo, spesso poveri, ma dignitosamente poveri, oggi si mettono a far rapine violente, non per soldi, ma per passatempo o per riempire di senso la propria vita, vuol dire che qualcosa si è rotto in questa città. E, mi chiedo, potrebbe essere che fatti del genere accadono perché i genitori oggi sono più attenti a far soldi che a essere esempio di virtù civili per i figli? Potrebbero contribuire a queste scelte di non vita la compagnia di altri giovani, figli di gente  “bene”, pieni di soldi che non sanno come ammazzare il tempo?

Ebbene forse è giunto il momento di fermarsi, di riflettere su quello che siamo e cosa vogliamo, se non sia bene accontentarsi di un televisore vecchio modello e curare di più la famiglia e dare un senso di ampio respiro alla nostra vita, con un progetto non vincolato dal servizio al denaro.

Ma poi chi sarebbero i maggiori beneficiati da una nuova pista?

  1. Le imprese di costruzione che realizzeranno impianti, stazioni a monte e a valle, punti di ristoro, nuovi alberghi e che sono oggi i veri padroni della provincia e che dettano tutta la politica dello sviluppo senza limiti.
  2. I proprietari degli alberghi, che assumendo altra manodopera a basso costo proveniente dai paesi dell’est si attendono lauti guadagni nella zona dell’arrivo pista e dintorni.
  3. i politici, che in cambio dei permessi a costruire si vedranno sostenuti da imprese e albergatori nel momento del successivo confronto elettorale

Ma noi cittadini comuni, pagheremo più care le case, i ristoranti, lo ski-pass, il pane (oggi mi sono accorto che un panino pagato 20 centesimi pesava 20 grammi, 10 Euro al KG!) e così via.

Ultima considerazione: il governo popolare cinese sta  comprando aree agricole in tutto il mondo, perché sa che in futuro chi avrà la terra si potrà sfamare. Cerchiamo allora di cementificare il meno possibile!

Giorgio Mazzocchi (Roma – Brunico)

03.11.10

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