PAS Dolomiti: Un’autostrada è per sempre

Le forze estranee al territorio che, con grande dispendio di risorse e di energie, hanno spinto il progetto di prolungamento dell’A27 fino al traguardo del CIPE, fingendo di ignorare che si basava su presupposti economici che non erano credibili, ora ci vengono a dire che „NON CI SONO SOLDI PER L’A27″.

Una cosa è certa: non saranno le esternazioni di chi, a seconda dell’aria che tira, di volta in volta afferma tutto e il contrario di tutto, che fermeranno la nostra opera di informazione diretta a amministratori e cittadini, impegno che ci proponiamo invece di intensificare per far crescere la consapevolezza dei rischi che una grande opera inutile, devastante, costosissima e ingannevole rappresenta per il fragile territorio dolomitico, riconosciuto di pregio anche dall’UNESCO, a fronte di ben miseri vantaggi.

Ricordiamoci: i politici e gli opportunisti vanno e vengono, ma un’autostrada – con i danni e i condizionamenti che porta con sè – è per sempre. 

Comunicato stampa: Prolungamento A27 da Pian di Vedoia a Pian de l’Abate-Caralte (progetto ALPE ADRIA Belluno-Cadore)

Dopo che con la firma del Protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi è stata posta una pietra tombale sul prolungamento dell’A27 in direzione di Monaco di Baviera (il vecchio progetto Venezia -Monaco, da sempre avversato dall’ Alto Adige e dall’Austria), in questi giorni ha subìto una battuta di arresto anche il progetto ALPE ADRIA, analogo nella parte iniziale del suo tracciato alla Venezia-Monaco, con casello d’arrivo alle porte di Pieve di Cadore, ma che prevede, in un prossimo futuro, la diversione ad est con l’attraversamento del Cadore centrale e della Carnia per poi raccordarsi a Tolmezzo con l’A23 Palmanova-Tarvisio.

Ad affermarlo, in due diverse interviste rilasciate nei giorni scorsi al Corriere delle Alpi, l’architetto Bortolo Mainardi, primo ispiratore nonché progettista del piano Alpe Adria, e Luca Zaia, attuale presidente della Regione Veneto.

La ragione dello stop (solo temporaneo, non facciamoci illusioni) è, per loro stessa ammissione, la non sostenibilità economica del progetto, e l’impossibilità di trovare investitori disposti ad anticipare un-miliardo-duecento-milioni di euro per un tronco di 20 km di autostrada che non si capisce bene a chi e a cosa servano, se non a creare devastazioni e inquinamenti, innescare rischi idro-geologici e spostare una manciata di km più a nord il tappo di Longarone-Castellavazzo (problema risolvibile con una più modesta circonvallazione), nonché a compiacere progettisti, costruttori e i loro amici.

Eppure, a leggere attentamente la Bozza di Convenzione inserita nella proposta di “Project Financing” che le imprese Fincosit, Adria e Mantovani hanno sottoposto alla Regione Veneto nel 2009, l’”affare” si presenta comunque appetibile per i proponenti, e allora ci si chiede perché gli investitori privati si siano tirati indietro proprio adesso che il progetto è in dirittura d’arrivo, essendo stato addirittura inserito nel Piano Triennale ANAS 2012-2014.
Ma poiché, come diceva qualcuno più smaliziato di noi, a pensar male si fa peccato ma il più di volte ci si azzecca, sorge il dubbio che il motivo di questa defezione sulla linea del traguardo stia tutto nei riflettori che in questi ultimi tempi sono puntati sulla formula magica del “Project Financing” – in realtà un debito occulto – che dopo aver causato disastri nella sanità del Veneto (un esempio: “Ospedali strozzati dai Project Financing” Corriere della Alpi 29.11.2012), sta creando i presupposti per aumentare a dismisura la voragine del debito pubblico italiano, effetto che risulterà evidente solo negli anni a venire.

Una cosa è sicura: non saranno certo le esternazioni di chi, a seconda dell’aria che tira, di volta in volta afferma tutto e il contrario di tutto, che fermeranno la nostra opera di informazione diretta a amministratori e cittadini, impegno che ci proponiamo invece di intensificare per far crescere la consapevolezza dei rischi che una grande opera inutile, devastante, costosissima e ingannevole rappresenta per il fragile territorio dolomitico, riconosciuto di pregio anche dall’UNESCO, a fronte di ben miseri vantaggi.
Ricordiamoci: i politici e gli opportunisti vanno e vengono, ma un’autostrada (con il danno e il condizionamento che può arrecare a un territorio) è per sempre.

PER ALTRE STRADE DOLOMITI
Comitato Interregionale Carnia-Cadore
www.peraltrestrade.it
2 gennaio 2013

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