Commento: Ha vinto il popolo italiano

benedemocratico.com, 26.02.2013 – Enrico Castaldi

Piazza Duomo - GrilloL’Italia si è desta e ha dato una tremenda spallata alla vecchia politica.

I giornali e i partiti prendono atto del risultato elettorale del Movimento 5 Stelle e del terremoto provocato dal trascinatore Beppe Grillo. Ma la nomenclatura continua a dare risposte pavloviane e seguire vecchi schemi. L’analisi di Massimo Giannini di Repubblica non sa andare oltre definire il Movimento 5 Stelle come populismo. Una riduzione semplicistica e sbagliata. Ma le parole di Giannini non sorprendono essendo la stessa posizione tenuta fino a ieri da Bersani.

Al contrario il Movimento 5 Stelle ha portato avanti temi di grande rinnovamento e di forte valenza civica e politica . Parliamo di temi quali il bene comune, la cancellazione dei privilegi della casta politica, la lotta alla corruzione e alla commistione tra politica e affari, per passare alla proposta di politiche economiche orientate alla crescita e occupazione, sino alla riappropriazione della sovranità nelle politiche monetarie e fiscali.

Sono temi richiesti in maniera insistente ed estenuante dal popolo italiano, prima con dotte argomentazioni e proposte economiche, poi con linguaggio formale e pieno di chiose. Infine, falliti tutti i precedenti tentativi, le richieste del popolo sono state tradotte in modo rigorosamente scientifico per renderle intellegibili anche ai più duri di comprendonio: BASTA, BASTA, BASTA!

Bersani se ne sta rintanato e non lascia dichiarazioni. Enrico Letta in meno di dodici ore dice tutto e il contrario di tutto. Prima auspica un rapido ritorno alle urne poi si corregge e si appella a una grande coalizione. Il risultato è davanti agli occhi di tutti. Ha perso il PD che doveva stravincere e che con Monti pensava di fare poi l’inciucio ristretto a due. Partito Democratico che invece ora si trova a far tornare la conta dei seggi e vuole fare il grande inciucio allargato.

Le sparate di Berlusconi, autore di una strepitosa rimonta, hanno il pregio della verosimiglianza, della concretezza e della praticabilità. Una su tutte, la restituzione dell’IMU e la sua cancellazione: fattibilissimo. Bersani, leader con vocazione di perdente, queste cose non le riesce a vedere. Il leader del PD avrebbe dovuto rappresentare l’alternativa a Berlusconi. Ma Bersani è completamente privo della fantasia necessaria per elaborare una proposta nuova. È talmente imbrigliato nel paradigma del pareggio di bilancio e nei vecchi schemi, che non riesce neanche a immaginare una svolta. Cambiamento che pure il suo alleato di coalizione, Nichi Vendola li aveva indicato, inascoltato. Bersani ha sbattuto la porta in faccia a Di Pietro e Ingroia – che sono rimasti fuori dal parlamento – e ha inseguito e corteggiato Monti.

In queste elezioni ha perso la minestrina scaldata di Bersani che prometteva l’austerità con la crescita espansiva. Una panzana colossale che è economicamente impossibile da conciliare e che nella pratica è irrealizzabile. Hanno perso le politiche neoliberiste della Fornero. Hanno perso le politiche di austerità di Monti. Hanno perso lo scellerato Fiscal Compact, la legge di stabilità, il fisco rapace. Hanno perso le politiche fiscali depressive imposte da Brussels che mettono fuori mercato le nostre imprese e per strada i nostri lavoratori.

Adesso il PD è nell’impossibilità di governare, almeno in modo autonomo con il solo Monti. Questo molto probabilmente è un bene poiché una intera legislatura di rigoroso Fiscal Compact avrebbe messo in ginocchio in maniera irreversibile l’economia italiana. Il Partito Democratico aggiusta il tiro e si dà obiettivi di basso profilo. Sino ad ora non hanno fatto le riforme e una nuova legge elettorale. Non hanno fatto nessuno snellimento dell’apparato politico e amministrativo. Può darsi che il Movimento 5 Stelle partecipi nel dare un nuovo assetto di regole. Ma certamente Bersani sbaglia ancora una volta se pensa che questo contentino possa essere sufficiente al partito più votato alla camera. Il Movimento 5 Stelle ha il potenziale per andare oltre e non si farà facilmente imbrigliare in una camicia di forza. L’Italia va avanti a testa bassa!

 

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