NO A27, insieme per fermare l’assalto alle terre alte

Per Altre Strade Dolomiti, 03.06.2016

Le dichiarazioni rilasciate in questi giorni alla stampa locale da Roger De Menech, Deputato del Parlamento italiano, e da Pierluigi Svaluto Ferro, attuale Sindaco di Perarolo, sono motivo di grande soddisfazione per noi del Comitato PAS-Peraltrestrade Dolomiti, in quanto riportano pienamente quanto – anche se spesso inascoltati – stiamo sostenendo da anni con comunicati stampa e incontri pubblici: la trasformazione del Cadore in un banale quanto devastante corridoio di traffico internazionale per ipotetici 12 milioni di veicoli/anno comprometterebbe per sempre il futuro di questo territorio e sarebbe funzionale essenzialmente ai grandi operatori finanziari molto distanti da noi.

Se l’autostrada, poi, arrivasse solo alle porte del Cadore, cosa del tutto irrealistica per i costi a fronte dei benefici, un casello autostradale a Perarolo servirebbe solo a spostare più a nord di qualche chilometro il “tappo” di Longarone, con effetti facilmente immaginabili sulla mobilità locale, causando code paralizzanti da Cortina al Comelico nei momenti di punta e creando le basi per un ulteriore prolungamento dell’A27.

Un punto non ci trova d’accordo col sindaco Svaluto: l’affermazione che anche gli industriali bellunesi ammetterebbero oggi l’inopportunità dell’infrastruttura. Va ricordato infatti che gli stessi sono sempre stati fra i più fervidi sostenitori dell’autostrada – poco importa in quale direzione – Est, Ovest, Nord – e chiunque abbia partecipato ai recenti incontri organizzati grazie al loro contributo presso l’hotel Astor e il Comunale di Belluno ha potuto constatare che non hanno cambiato idea. Benvenga la ferrovia, dicono, se ci sono le risorse, però si dia precedenza all’autostrada. L’associazione degli industriali, infatti, sembrerebbe pronta ad applicare alle scelte che riguardano la viabilità provinciale la stessa politica che sta portando avanti nel campo del mini-idroelettrico: sfruttamento totale e indiscriminato dei residui corsi d’acqua a puro fine di lucro privato, a fronte di un contributo energetico insignificante.

L’obiettivo che emerge tra le righe delle loro dichiarazioni è chiaro e sempre lo stesso: collegare i grandi motori economici delle pianure e città metropolitane del SUD con quelli del NORD tramite un nuovo corridoio alpino interno alla Regione Veneto, tradendo di fatto lo spirito della Convenzione delle Alpi che stigmatizza nuovi sfondamenti autostradali a carico delle valli alpine.

Noi siamo per un sì forte e determinato al prolungamento della ferrovia che colleghi i paesi del Cadore, Ampezzano e Pusteria e un no altrettanto forte e determinato a proposte di viabilità autostradale che vanno nella direzione opposta agli interessi delle popolazioni locali e alle indicazioni dell’Europa.

Nei prossimi giorni discuteremo di questi temi all’interno dell’Assemblea del presidio di LIBERA Cadore (di cui Peraltrestrade fa parte assieme a tante altre associazioni) affinché anche questa importante associazione prenda una posizione con tutto il peso che può mettere in campo; in fin dei conti stiamo parlando di “bene comune” (ferrovia) contro “interesse privato” (autostrada).

PER ALTRE STRADE DOLOMITI
Comitato interregionale Carnia-Cadore

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Il comunicato prende spunto dal seguente articolo, a firma di Francesco Dal Mas, pubblicato dal Corriere delle Alpi il 31 05 2016:

„Il sindaco Svaluto Ferro, De Menech, il Cai e gli ambientalisti replicano a Messner
«Abbiamo necessità di una mobilità turistica e di una nuova viabilità intervalliva»

«A noi bellunesi non serve l’autostrada fino in Cadore»

BELLUNO «Solo una mobilità turistica salverà lo sviluppo della provincia. Altro che autostrade», taglia corto l’onorevole Roger De Menech. Pierluigi Svaluto Ferro, sindaco di Perarolo, dovrebbe essere contento di un’eventuale autostrada che porti nel suo comune. E invece no. «Sarebbe la morte di Perarolo e del Cadore».

Reazioni negative dal Bellunese al suggerimento di Reinhold Messner di far proseguire l’A27 fino ai piedi delle Dolomiti, per la verità a qualche chilometro di distanza. Il Cai veneto non ha dubbi: «Noi da sempre abbiamo sostenuto l’improponibilità di una direttrice come questa». Lo conferma Bruno Zannantonio, portavoce del Cai, ricordando anche vecchi pronunciamenti, «che nella sostanza non sono cambiati». Per gli ambientalisti di Mountain Wilderness, l’idea di Messner «è da contrastare, come, per contro, appoggiamo il suo sì al treno delle Dolomiti e il suo no all’aeroporto di Cortina».

Pronunciamenti, questi, che il re degli ottomila ha fatto domenica salendo sul monte Rite. «Non occorrono tanti discorsi per dire di no all’autostrada», afferma il sindaco Svaluto Ferro. «Basti ricordare i sempre più numerosi automobilisti che lasciano l’Alemagna del ponte Cadore per fare la Cavalera. La verità è che la continuazione dell’A27 non farebbe gli interessi del Cadore e del Bellunese, ma quelli dei grandi operatori economici, che nulla hanno a che vedere con il nostro territorio».

Svaluto Ferro dice che come lui la pensano ormai quasi tutti i sindaci. S’indigna per quei bellunesi che stanno rispolverando la Venezia-Monaco. «Come si fa a non capire che abbiamo urgente necessità di una rinnovata viabilità intervalliva? Perfino i nostri industriali lo ammettono». Poi il sindaco sbotta: «È ora di finirla con chi arriva qui dall’esterno e impone i suoi progetti, facendoci credere degli allocchi: noi sappiamo bene che rispondono ad altri interessi, fuori di qui, come era accaduto con la proposta di far arrivare l’A27 a Macchietto».

De Menech è sulla stessa lunghezza d’onda. «L’autostrada viene proposta da quanti vogliono bloccare qualsiasi altra iniziativa: dalle migliorie alla attuale rete viaria al potenziamento della ferrovia. Il dibattito è solo strumentale. Vogliono prender tempo». Per De Menech non ci sono alternative a uno sviluppo turistico fondato sul rispetto e la valorizzazione delle risorse naturali. Su ciò, insomma, che protegge l’Unesco. E che va protetto anche oltre questi specifici confini.

Per gli ambientalisti di Cipra, come Luigi Casanova, e di Mountain Wilderness, come Vittorio De Savorgnani e Giancarlo Gazzola, «lo stesso dibattito sull’autostrada, che già sappiamo inconcludente, è pericoloso, perché distoglie dall’impegno che tutti dobbiamo verso la ferrovia, l’elettrificazione, da una parte, e il collegamento con Cortina e Dobbiaco dall’altra». È fuorviante, a loro avviso, anche l’intuizione di far allungare l’autostrada in modo da interrare l’elettrodotto. «Da Messner ci aspettiamo una chiara condivisione di questo impegno. E per questo l’abbiamo apprezzato quando, come no, dice di sì al treno e di no allo scalo aereo».

«Adesso basta chiacchiere», condivide De Menech. «Nei prossimi giorni arriveranno, finalmente, i fatti concreti». Gli interventi, par di capire, sul miglioramento della viabilità esistente da Logarone alla Val Boite.“

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