Peraltrestrade: A27 a impatto zero – le esternazioni di Dussin

PERALTRESTRADE zur positiven UVP für die geplante Verlängerung der A27 („Alemagna“) bis Macchietto bei Pieve di Cadore und die Äußerungen des Lega-Parlamentariers Diego Dussin

„Fare per spendere“, una pratica consolidata che nel progetto del ponte sullo stretto di Messina e nel progetto TAV, così come è stato concepito, ha raggiunto la sua massima espressione, ma della quale troviamo conferma anche nel controverso piano di prolungamento dell’A27, oggi approvato dalla Commissione regionale VIA.

Si tratta di un nastro di asfalto della larghezza di 25 metri che da Pian di Vedoia, a nord del Comune di Ponte nelle Alpi, si vorrebbe far proseguire su rilevato lungo il corso del Piave fino a Longarone e poi in un alternarsi di gallerie e viadotti fino a Macchietto, alle porte di Pieve di Cadore, una ventina di chilometri più a nord.

Un’opera questa che di per sè costituisce solo il by-pass di Longarone, ma che renderebbe a pagamento anche gli ultimi chilometri dell’attuale A27 che fungono da circonvallazione di Ponte nelle Alpi, oggi liberi da pedaggio, e che costituirebbe soprattutto un tassello dello „sfondamento a nord“ reclamato a gran voce dalla pancia della pianura veneta.

Una volta raggiunto Macchietto, dopo aver messo sottosopra la stretta valle del Piave e averla resa sostanzialmente impercorribile nei due sensi di marcia per uno o due lustri (la costruzione delle grandi opere comporta movimenti di terra, uomini e mezzi di proporzioni difficilmente immaginabili), i fautori dello sfondamento a nord si troverebbero davanti quattro possibili opzioni:

  • l’opzione zero (casello terminale dell’A27), che a questo punto verrebbe presumibilmente scartata;
  • proseguire in direzione di Dobbiaco, per poi puntare su Monaco di Baviera, ammesso e non concesso che riescano a superare l’opposizione della Pusteria;
  • passare sotto il passo della Mauria per seguire un improbabile quanto irrazionale tracciato lungo la Carnia fino a raccordarsi con l’A23 a Tolmezzo (ipotesi oggetto di un project financing presentato in Regione Veneto nel 2007 e già ritrattata dal suo stesso progettista)
  • forare le pendici del monte Cavallino, in Comelico, per sbucare sui verdi prati della Lesachtal, nelle Dolomiti di Lienz, Austria e trattati internazionali permettendo.

Al di là dei suoi possibili sbocchi, il progetto, nel suo insieme, fatica a stare in piedi.

Sotto l’aspetto economico per i costi di costruzione esorbitanti rispetto ai flussi di traffico previsti (non solo per la tratta fino a Macchietto – un bagno di sangue – ma anche nell’ipotesi che lo sfondamento a nord venga realizzato per intero); sotto quello ambientale per il forte impatto su aree dolomitiche che meritano un ben diverso trattamento e destino, e il cui futuro verrebbe pesantemente condizionato dall’infrastruttura. In sostanza vantaggi certi solo per i pochi grandi costruttori proponenti il project financing – semprei soliti – e per i loro referenti nel sottobosco della politica.

Non pretendiamo di essere depositari della verità, ma ci risulta difficile considerare prioritario un investimento valutato in 1.400 milioni di euro (2.700 miliardi di vecchie lire) per spostare un casello autostradale una manciata di chilometri più a nord, tanto più che siamo entrati in una crisi di sistema dagli esiti incerti, segnata dal crollo della produzione industriale, con tagli ai servizi essenziali e con un numero sempre maggiore di famiglie che fanno fatica ad arrivare alla quarta e spesso anche alla terza settimana.

Eppure queste legittime perplessità sembrano non sfiorare minimmente il parlamentare della Lega Nord Diego Dussin, il quale ha affermato, rivolto al neoministro per i Rapporti con il Parlamento Dino Piero Giarda, che il prolungamento dell’A27 costituisce un collegamento strategico per il Bellunese e per il resto del Veneto, „in particolare per le industrie locali che stanno mordendo il freno, dove l’aggettivo ‚locale‘, tiene a puntualizzare, „non sia inteso come sinonimo di ‚paesino'“. (Il Gazzettino 2 febbraio 2012 – quali siano le industrie locali che abbiano un urgente bisogno di sbocchi a nord, non ci è dato sapere).
Tanto più, ha insistito Dussin, che „l’impatto ambientale dell’opera sarebbe pari a zero, considerato come la maggior parte del collegamento sarà costituito da tunnel“, e una tale dichiarazione ci risulta francamente inaccettabile, perché da un parlamentare della Repubblica (… tenuto conto anche di quello che ci costa), pretendiamo serietà, competenza e senso di responsabilità.

Non sappiamo se il rappresentante della Lega Nord, di solito attenta alle identità locali, prima di sparare sentenze abbia indagato a fondo i diversi aspetti delle realtà sulle quali l’autostrada andrebbe ad incidere, avvalendosi per esempio dei pareri competenti di ingegneri, geologi, urbanisti, architetti, storici del paesaggio e demografi non di parte, ma sappiamo che, proseguendo nel suo intervento, ha dichiarato „diteci un sì e la costruiremo noi (l’A27) a casa nostra! „, dove quella che lui definisce „casa nostra“ è in realtà la casa dei Bellunesi, e soprattutto dei Cadorini (o se preferisce dei Catubrini, tribù attestata già in epoca preromana), manifestando arroganza e volontà di prevaricazione, a conferma della scarsa considerazione in cui il centro tiene le aree periferiche.

E di questo atteggiamento sprezzante, può starne certo, gli abitanti delle terre alte non mancheranno di ricordarsi quando, archiviato il governo tecnico (che in realtà è il governo più politico che abbiamo avuto negli ultimi decenni) verranno chiamati ad esprimere nelle urne le loro scelte.

18/02/2012
PERALTRESTRADE DOLOMITI
Comitato Interregionale Carnia-Cadore
www.peraltrestrade.it

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