A27, Dolomiti, Venezia: Il Veneto vorace che divora tutto

Comunicato stampa a seguito delle rinnovate pressioni per il prolungamento dell’autostrada A27

A27, DOLOMITI, VENEZIA: IL VENETO VORACE CHE CONSUMA TUTTO
La Politica guardi oltre i 5 anni di amministrazione

Il rilancio sulla stampa del prolungamento dell’A27 a un mese dalle elezioni europee ci fornisce lo spunto per fare alcune considerazioni, che poi sono le stesse fatte in occasione di precedenti assalti, perché l’idea dello “sfondamento a nord” è un mostro dalle dieci vite che ciclicamente emerge, sempre uguale a se stesso, per poi venire ricacciato nel fondo degli abissi.

In nome degli “interessi strategici del Veneto” e ovviamente “senza ripetere la pessima gestione di opere come il Mose, la Pedemontana e altre”, si continuano ad annunciare facili scorciatoie, soluzioni “risolvi-tutto” da dare in pasto all’elettorato “padano”, miraggi in grado di reggere per qualche tempo.

Si crede di far fronte ai problemi sempre più drammatici legati ai cambiamenti climatici (180 milioni di migranti climatici al mondo, riscaldamento globale, fenomeni meteorologici estremi) che stanno rapidamente cambiando tutto, realtà che deliberatamente si continua a rimuovere; alla scarsità di risorse e alla necessità di fermare il consumo di territorio, rilanciando proposte fuori dal tempo che non tengono conto della impossibilità di continuare con il modello di sviluppo che ha caratterizzato gli ultimi 150 anni.

La politica deve iniziare a guardare oltre il proprio naso e oltre i 5 anni di amministrazione.

Si insiste nel voler “consumare”.
“Consumare” Venezia, bene prezioso che non ha pari nel mondo e che andrebbe rispettato e fatto rispettare, se non altro per riguardo verso le future generazioni. “Consumare” anche le Dolomiti, gioielli fragilissimi che non hanno eguali in altri luoghi, degradandole a “divertimentificio” e a corridoio di traffico internazionale con il rilancio del prolungamento della A27.

Prendendo a pretesto la “cinese Via Della Seta” si rischia che tutto venga sconvolto e tramutato in un grande complesso industriale (grandi navi, porto, hub, impianti, terrapieni, viadotti, gallerie) continuando, però, nello stesso tempo, a promuovere sulle riviste patinate l’immagine di quello che erano e non saranno più Venezia e le Dolomiti. Paesaggi stravolti e trasformati in Venice-land e Dolomiti-land.

Non c’è più tempo, siamo a un bivio. Dobbiamo scegliere se continuare con un’economia di rapina che non tiene conto dei limiti o se impegnarci tutti insieme per un futuro sostenibile e di rispetto, senza imbrogli. Una strada esclude l’altra, e la prima, a medio termine, è sicuramente perdente.

Il prolungamento dell’A27 non è una soluzione adeguata ai problemi del Nord-Est. Le grandi infrastrutture trasportistiche sono costose, energivore e impattanti, anche quelle definite dai promotori “ecosostenibili”. Innumerevoli studi dimostrano che in fase di progetto i vantaggi di queste grandi opere sono sempre sovrastimati rispetto alla realtà dopo la costruzione, con frequenti fallimenti e grande spreco di denaro pubblico. Per l’A27-Alemagna in modo particolare i numeri e i ricavi riportati dalla stampa sono gonfiati a dismisura e i costi abbondantemente sottostimati.

Si ricorda che la Convenzione delle Alpi impegna gli stati aderenti a non realizzare nuove grandi arterie stradali a cavallo delle Alpi; che nell’autunno del 2016 l’Europa ha rigettato la proposta di questa infrastruttura e che nel 2017 a Kartisch, è stato firmato da amministratori, Associazioni, e cittadini dell’Osttirol, della Pusteria e dell’alto Bellunese un MEMORANDUM contro i progetti A27-Alemagna e Cavallino, che ribadisce con decisione e motiva la contrarietà alla grande opera.

Riflettano i sostenitori del prolungamento dell’A27 che con l’apertura del tunnel ferroviario del Brennero il traffico pesante che ora viaggia sull’A22, e non solo quello, dovrà venire giocoforza trasferito su rotaia. Costruire un nuovo valico autostradale per sottrarre passaggi al nuovo tunnel ferroviario sarebbe fuori dal tempo, contraddittorio e del tutto insostenibile.

Associazioni:
Italia Nostra sez. di Belluno
Comitato Peraltrestrade Carnia-Cadore
CIPRA Italia
WWF O.A. Terre del Piave
Mountain Wilderness Italia
Ecoistituto del Veneto „Alex Langer“
Gruppo Promotore Parco del Cadore
LIBERA Cadore presidio “Barbara Rizzo”

www.peraltrestrade.it

15.04.2019

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