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URBANISTICA, PRIMA PARTE.

SOTTRATTE COMPETENZE AI CONSIGLI COMUNALI E AUMENTATE LE POSSIBILITA‘ DI CONSUMO DEL TERRITORIO.
Approvate oggi nella 2a Commissione del Consiglio provinciale le modifiche ai primi 4 capi (articoli 1- 43) della legge urbanistica. Si tratta innanzitutto delle procedure per la pianificazione urbanistica. Mentre finora la prima approvazione del piano urbanistico comunale (PUC) spettava al consiglio comunale, ora la decisione è trasferita alla giunta comunale. Così per le varianti al PUC, per i piani di attuazione e di recupero (e per le loro modifiche), per i piani delle zone di pericolo. In consiglio comunale va solo la decisione finale, a giochi già fatti, e deve decidere in tempi molto stretti. Così i consigli comunali sono espropriati almeno della metà della pianificazione territoriale, che è la competenza principale. Inoltre la Giunta provinciale, che delibera in via definitiva, può apportare modifiche „tecniche“ senza che la cosa ripassi dal Comune.

Oltre a questo, sono state approvate diverse norme che aprono possibilità speculative nel cambio di destinazione d’uso per hotel, compresi quelli „qualitativamente ampliati“, che possono diventare appartamenti convenzionati da affittare o perfino, se sono in zona residenziale, da vendere sul libero mercato. Anche gli hotel nel verde agricolo possono diventare appartamenti convenzionati.

In un punto si sfiora il paradosso (art 29, nuova lettera c. del comma 2), perché si dice: un esercizio fino a 20 letti può, per rispondere a esigenze abitative della famiglia, trasformare questi spazi in appartamenti che „possono essere utilizzati per l’affitto di camere e appartamenti per ferie“. Ma non era per rispondere ad „esigenze abitative della famiglia“ che era stata autorizzata la trasformazione? (a proposito: come si chiama questa famiglia?)
Altra norma mangia-suolo: una zona di completamento può essere, in deroga alle norme urbanistiche, ampliata includendo un’area adiacente a verde agricolo oppure semi edificata per poter costruire fino a 1250 metri cubi.

Qualcosa di positivo è stato approvato: un inasprimento delle norme sulle „convenzioni urbanistiche“ per sottoporle di più al pubblico interesse e una norma che affida al comune (finora era dei privati) il compito di predisporre il piano di attuazione delle zone di espansione.

La maggioranza ha votato compatta e ha respinto tutti i nostri emendamenti (una trentina).

Si continua mercoledì 29 con la parte peggiore: il Capo 5° sulle zone produttive. Qui è la vera involuzione: i comuni dovranno (di norma) comprare le aree a prezzo di mercato, invece – come finora – espropriarle (a prezzi ridotti dal 25% al 50%). Inoltre, l’iniziativa di realizzare una nuova zona produttiva viene affidata ai privati proprietari. Una volta che questi si sono mossi, il comune decide una volta sola, in 45 giorni, ovviamente sotto enorme pressione. Se dice sì, è fatta.

Questo significa far agire la logica del mercato invece di quella della pianificazione, significa far vincere l’interesse privato sull’interesse pubblico. E il tutto lo chiamano „sburocratizzazione“!

Spero che vi sia una maggioranza in commissione che almeno su questo punto è disposta a resistere, bocciando la norma proposta. Il Consorzio dei Comuni si è già dichiarato „con fermezza per la soppressione di questo articolo“.

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