Beschlussanträge zu Volksbefragungen in der Gemeinde Bruneck

Gemeinsame Beschlussanträge der Ratsfraktionen der Grünen und der Bürgerliste Bruneck • Mozioni comuni dei Gruppi consiliari dei Verdi e della Lista Civica Brunico

Die folgenden Anträge wurden bereits in der letzten Amtsperiode eingereicht, um die Durchführung von Volksbefragungen zu erleichtern und unsinnige Hindernisse zu beseitigen. Das 40%-Quorum etwa führt dazu, dass statt inhaltlicher Argumentation auf Boykott gesetzt wird, dass keine klare Interpretation der Ergebnisse möglich ist, weil man Nichtbeteiligung nicht einfach einem „Ja“ oder „Nein“ gleichsetzen kann und es verletzt das Wahlgeheimnis, weil bereits aus der Teilnahme an einer Abstimmung Rückschlüsse über die Meinung gezogen werden. Ein Beteiligungsqourum von 15% zwingt hingegen beide Seiten dazu, für die Beteiligung zu mobilisieren und klar für „Ja“ oder „Nein“ zu argumentieren. Die 15% entsprechen im übrigen dem Gesetzentwurf der Inititative für mehr Demokratie auf Landesebene und somit einem Konsens aller unterstützenden Organisationen.

Die Sperrfristen, die in der Gemeinde Bruneck vorgeschrieben sind, können zu untragbaren Verzögerungen führen, wie dies bei der Volksbefragung zu Walchhorn-Ried geschehen ist (eingereicht April 2009, durchgeführt November 2010) und sind weder zu rechtfertigen noch allgemein üblich.

Die Anträge wurden in der letzten Amtsperiode von der SVP abgelehnt, mit dem Hinweis, in nächster Zeit selbst eine Neuregelung vorschlagen zu wollen. Grüne und Bürgerliste sind der Meinung, dass inzwischen genügend Zeit verstrichen ist und legen die Änderungsvorschläge nun erneut vor.

21.11.2011
Hanspeter Niederkofler, Grüne Ratsfraktion

Le mozioni che seguono sono state presentate già nell’ultima legislatura, per facilitare lo svolgimento di referendum comunali ed eliminare degli ostacoli insensati. Il quorum del 40% per esempio comporta che invece di argomentare sui contenuti si punti al boicottaggio, non permette una chiara interpretazione dei risultati perché l’astensione non può semplicemente essere identificata con un „sì“ o un „no“, e infine lede il segreto elettorale, perché dalla semplice partecipazione si desume già una posizione di  merito. Un quorum del 15% costringe entrambe le parti a mobilitarsi per la partecipazione e di argomentare in modo chiaro per il sì o per il no. Il 15% corrisponde del resto al disegno di legge dell’Iniziativa per più democrazia a livello provinciale e perciò ad un consenso di tutte le organizzazioni sostenitrici.

I periodi di divieto previsti nel comune di Brunico possono portare a dei ritardi inaccettabili, come è successo per il referendum su Walchhorn-Ried (presentato in aprile 2009, svolto in novembre 2010) e non sono né giustificabili né usuali.

Le mozioni nella legislatura precedente sono state respinte dall’SVP con l’indicazione di voler presentare una propria proposta per modificare la disciplina dei referendum comunali. Verdi e Lista Civica ritengono che ormai sia passato abbastanza tempo e ripresentano le proposte di modifica.

21/11/2011
Hanspeter Niederkofler, Gruppo consiliare Verde

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Beschlussantrag: Beteiligungsquorum bei Volksbefragungen

  • In der Brunecker Gemeindesatzung ist für die Gültigkeit von Volksbefragungen eine Mindestbeteiligung von 40% der Stimmberechtigten festgelegt.
  • Ein Beteiligungsquorum in dieser Höhe hat sich in der Praxis mehrfach als problematisch erwiesen, da dadurch Boykott begünstigt und somit die inhaltliche Diskussion behindert wird. Des weiteren ist es nicht korrekt, Nichtbeteiligung generell mit einer inhaltlichen Position zur Volksbefragung gleichzusetzen. De facto wird dadurch auch das Wahlgeheimnis verletzt.
  • Bei der landesweiten Volksabstimmung am 25. Oktober 2009 haben in Bruneck bei einer Stimmbeteiligung von 42,2% 85,1% der gültigen Stimmen den Gesetzesvorschlag der Initiative für mehr Demokratie befürwortet, der für Volksabstimmungen auf Landesebene ein Beteiligungsquorum von 15% vorsieht.

Dies vorausgeschickt und erwogen, beschließt der Gemeinderat, Artikel 56, Absatz 7 der Gemeindesatzung wie folgt zu ersetzen:

„Für die Gültigkeit der Volksbefragung müssen sich 15% der Wahlberechtigten daran beteiligen und die Befragung hat einen positiven Ausgang bei einer Stimmenmehrheit von mehr als 50% der gültigen Stimmen. Zur Feststellung der Mehrheit werden als gültige Stimmen ausschließlich bejahende und verneinende Stimmzettel berücksichtigt.“

11.11.2011

Beschlussantrag:  Verbotszeiträume bei Volksbefragungen

  • Die Gemeindeverordnung über die Abwicklung der Volksbefragung sieht vor, dass im Zeitraum von einem Jahr vor bis zu drei Monaten nach Gemeinderatswahlen sowie drei Monate vor und einen Monat nach Parlamentswahlen, Landtagswahlen und Volksabstimmungen auf Staats- oder Landesebene keine Volksbefragung auf Gemeindeebene stattfinden darf.
  • Diese Regelung kann bei der Durchführung von Volksbefragungen zu Verzögerungen von bis zu 1-2 Jahren führen, wenn man bedenkt, dass sich Wahlgänge auf verschiedenen Ebenen zuweilen häufen und sich außerdem nicht jede Zeit im Jahr zur Durchführung von Volksbefragungen eignet. Eine derart lange Verzögerung verletzt die Rechte sowohl der Promotoren der Volksbefragung als auch der Stimmberechtigten.
  • Italienweit ist es nicht üblich, die Zusammenlegung von Gemeindevolksbefragungen mit anderen Wahlgängen zu untersagen, sie werden im Gegenteil oft zusammengelegt, um Kosten zu sparen und den Bürgerinnen und Bürgern entgegenzukommen.
  • Da sich Volksbefragungen auf Gemeindeebene auf Gemeindethemen beziehen, ist nicht von Interferenzen mit Wahlgängen auf Landes- oder Staatsebene auszugehen.
  • Damit sich der Wahlkampf für den Gemeinderat nicht mit der Kampagne zu einer Volksbefragung auf Gemeindeebene überschneidet, genügt eine Sperrfrist von drei Monaten vor und nach der Gemeinderatswahl.

Dies vorausgeschickt und erwogen, beschließt der Gemeinderat, Artikel 3, Absatz 1 der Verordnung über die Abwicklung der Volksbefragung wie folgt zu ersetzen:

„Drei Monate vor Ablauf der Amtszeit des Gemeinderates und drei Monate nach den Gemeinderatswahlen darf eine Volksbefragung nicht abgehalten werden. In diesem Fall werden die Amtshandlungen eingestellt und nach Ablauf des Verbotszeitraums fortgesetzt.“

11.11.2011

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Mozione: Quorum partecipativo per i referendum

  • Nello statuto comunale di Brunico per la validità dei referendum è richiesta la partecipazione di almeno il 40% degli aventi diritto al voto.
  • Un quorum partecipativo a questo livello nella pratica si è dimostrato più volte problematico, poiché favorisce il boicottaggio e in questo modo si ostacola la discussione sui contenuti. Inoltre non è corretto attribuire in generale ai non partecipanti una posizione in merito ai contenuti del referendum. Di fatto in questo modo risulta leso anche il segreto elettorale.
  • In occasione del referendum provinciale del 29 ottobre 2009 a Brunico, con un’affluenza del 42,2%, l’85,1% dei voti validi era in favore della proposta di legge dell’Iniziativa per più democrazia, che prevede un quorum partecipativo del 15% per i referendum a livello provinciale.

Ciò premesso e considerato, il Consiglio comunale delibera di sostituire l’articolo 56, comma 7 dello statuto comunale con quanto segue:

“Il referendum è valido, quando vi partecipa il 15% degli aventi diritto al voto e si intende approvato se ottiene più del 50% dei voti validi. Ai fini del computo della maggioranza vengono considerate schede valide esclusivamente le schede portanti il contrassegno sul „SI“ e schede portanti il contrassegno sul „NO“. “

11/11/2011

Mozione: Periodi di divieto per i referendum

  • Il regolamento comunale per lo svolgimento del referendum popolare prevede che nel periodo da un anno prima fino a tre mesi dopo le elezioni comunali nonché da tre mesi prima fino a un mese dopo elezioni politiche, provinciali e referendum nazionali o provinciali non è consentito svolgere un referendum a livello comunale.
  • Questa disposizione può comportare ritardi anche di 1-2 anni nello svolgimento di referendum, considerando che le votazioni dei vari livelli a volte si accumulano e che non tutti i periodi dell’anno sono adatti allo svolgimento di referendum. Un ritardo di queste dimensioni lede i diritti sia dei promotori del referendum che degli aventi diritto al voto.
  • A livello nazionale non è usuale proibire lo svolgimento di referendum comunali in concomitanza con altre votazioni, al contrario spesso vengono accorpati per risparmiare sui costi e venire incontro alle cittadine e ai cittadini.
  • Poiché i referendum comunali si riferiscono a tematiche comunali, non si suppongono interferenze con votazioni a livello provinciale o nazionale.
  • Perché non si abbia sovrapposizione tra la campagna per le elezioni comunali e la campagna per un referendum comunale, è sufficiente un periodo di divieto di tre mesi prima e dopo l’elezione comunale.

Ciò premesso e considerato, il Consiglio comunale delibera di modificare l’art. 3, comma 1 del regolamento per lo svolgimento del referendum popolare con quanto segue:

“Durante i tre mesi ce precedono la scadenza del mandato del consiglio comunale e nei tre mesi successivi alla elezione del nuovo consiglio comunale non sono consentiti referendum popolari. In questo caso gli atti di procedura referendaria in corso vengono sospesi fino alla scadenza del periodo di divieto.”

11/11/2011

 

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