Michil Costa: L’Economia del Bene Comune è un obiettivo raggiungibile

Alto Adige, 18.06.2013 – Lech all’Arlberg: spira un vento inquieto e una pioggia insistente non lascia troppe altemative a chi voleva godersi la montagna in questi giorni di prima estate: accendere la stufa e mettersi in ciabatte. „Tanto non verrà nessuno“, dico agli amici. Lech è una delle località turistiche più affermate delle A1pi. Gastronomia di alto livello, piste impegnative, locali per tutti ì gusti. Iprezzi sono alti ma le strutture alberghiere – molte delle quali a cinque stelle, non certo alla portata di tutti – hanno una buona reddìtività.

E la crisi? Gli operatori di quest’angolo di Austria continuano a fare dell’ospitalità il loro punto di forza, a trattare gli ospiti come dei re – non a caso qui arrivano i regnanti di mezzo mondo – ma la bufera è dietro l’angolo e cominciano a sentirla anche loro.

„Vedrai che una cinquantina di persone arrivera“, risponde il mio collaboratore, Manuel Dellago. Sono stato invitato a parlare di un’alternativa al classico bilancio economico. Un modello basato su strategie concrete e sostenibili, attraverso le quali sia possibile garantire una vita più giusta agli esseri umani, agli animali, alle piante, all’intero ecosistema. Sono qui per parlare della necessità di un cambiamento di rotta, de11’avvento di un sistema diverso, fondato sulla cooperazione e su11’autentica condivisione di valori quali la democrazia, la trasparenza, un commercio più equo. Fino a ieri valori aggiunti un po‘ chic di un’economia capitalistica come la nostra. Un lusso che nessuno parrebbe più potersi permettere oggi che la parola d’ordine è „si salvi chi può“. Invece l’invito agli a1bergatori è arrivato proprio dalla banca Raiffeisen locale, in seno alla quale alcuni giovani dirigenti hanno avuto il coraggio di stilare, per il loro istituto di credito, il bilancio del1’EBC.

„L’esempio di questa banca è encomiabile, ma convincere degli importanti imprenditori a lasciare il calduccio delle loro abitazioni per venire ad ascoltare il sottoscritto parlare di modelli economici alternativi sarà un’impresa ardua“, dico a Günther Reifer. Günther è a capo del Terra Institute, la società che ha seguito la banca locale nella stesura del bilancio del Bene Comune, totalizzando 328 punti su mille. Non è tantissimo, ma è um risultato che segna una strada. Un percorso altemativo che garantisce immediatamente maggiore benessere a chi lo intraprende.

Mancano venti minuti all’inizio della conferenza e comincia ad arrivare gente. Qualche istante dopo i convenuti sono già una trentina. Osservo un po‘ incredulo le tante persone che prendono posto. La sala è già piena zeppa, vengono aggiunte altre sedie, anche i posti in piedi sono tutti occupati. Sono entusiasta. Constatare che un movimento nato dal basso nell’ottobre del 2010 sta cominciando ad avere un’influenza a livello globale è una sensazione fantastica. Alla fìne della mia relazione gli albergatori si alzano, mi pongono un sacco di domande, vogliono capire: Sono felicissimo. E ora, una volta per tutte, ne ho la certezza: io sono un buon imprenditore, perché sono riuscito a garantire una buona vita all’azienda che dirigo. E questo mi fa stare maledettamente bene. E per questo che credo al bilancio dell’EBC. Perché favorisce il benessere di coloro che lavorano assieme a me. Perché allargare una cooperazione virtuosa al maggior numero di persone possibile, valorizzandoci reciprocamente, contribuendo positivamente all’evoluzione della società, è parte integrante della felicità!

L’EBC non è la verità assoluta, ma è una forma di gestione aziendale che puo davvero cambiare le sorti di questo pianeta. Io ci credo.

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