Gian Antonio Stella: Il blitz delle motoseghe

„SETTE“ (inserto Corriere della Sera), 37/13.09.2013 – In Val Pusteria la società che vuole realizzare nuove poste sciistiche ha abbattuto un bosco senza aspettare l’ok del Tar. Ma le leggi vanno rispettate, non solo sulla Sila…

Fosse successo sulla Sila o sull’Etna, apriti cielo! «Ecco, i soliti terroni che se ne infischiano della legge!>>. Ma ve l’immaginate se le ruspe fossero entrate in azione a Camigliatello o a Nicolosi per prendere in contropiede i gudici del Tar chiamati a emettere una sentenza su un ricorso degli ambientalisti?

Quanto è successo a Sesto in Val Pusteria, invece, dimostra una volta di più, purtroppo, che l’indifferenza nei confronti delle regole minime del vivere civile è diffusa su tutta la penisola. Dovete dunque sapere che da molti anni, come ha raccontato sul suo blog per Internazionale Gerhard Mumelter, corrispondente del quotidiano austriaco Der Standard, l’a1ta Val Pusteria „sogna un complesso sciistico che possa competere con il Dolomiti Superski e collegare le piste della valle a quelle del Comelico, nel Bellunese“. Un progetto tenacemente voluto dagli albergatori ma contestatissirno dagli ambientalisti. Quest’estate la cosa, grazie all’okay della giunta provinciale di Luis Durnwalder „a un collegamento degli impianti di Monte Elmno e Croda Rossa, progetto da 28 milioni di euro di cui 8,8 a carico della provincia“, pareva essere passata.

Subito dopo la firma della concessione edilizia da parte del sindaco di Sesto, avvenuta il 9 agosto, però, gli ambientalisti e Wwf avevano risposto con un ricorso urgente al Tar di Bolzano. Ma prima che i magistrati potessero leggere le carte, valutare e decidere, le motoseghe e le ruspe della società incaricata di costruire l’impianto sono entrate in azione. E con un blitz hanno buttato giù dieci ettari di bosco. Cosa fatta capo ha. Alla faccia degli ambientalisti: tiè!

IL RAID, UNA VERA PORCHERIA Quale delle due fazioni (che da giorni si scontrano sui blog locali) abbia ragione non ci interessa. Conosciamo il tema: da una parte ricordano come sia necessario ampliare l’offerta perché è assurdo che l’Italia con quasi un terzo del territorio alpino abbia solo il 5% degli sciatori delle Alpi, dall’altra contestano che la montagna non si può stupraxe con la violenza dimostrata in questi anni, basti pensare all’orrore delle Torri del Tonale. Gli uni e gli altri, diamolo per scontato, hanno delle buone ragioni. Ma non è questo il punto.

Il punto è che un blitz prepotente e arrogante come quello, non diverso da quello che avrebbe potuto decidere una cosca di camorristi o ‚ndranghetisti, è inaccettabile. Punto. Tanto che perfino Elmar Pichler Rolle, assessore provinciale all’Ambiente di una giunta accusata da anni di dare troppo spazio ai cementieri, ha dovuto censurare il colpo di mano: „Il Comune è favorevole al collegamento, ma ho ribadito che l’abbattimento di alberi, a ricorso pendente, non avrebbe dovuto essere permesso“. Parallelamente lo stesso Tar bolzanino, irritato per il blitz, ha ordinato l’immediata sospensione dei lavori. Spingendo i favorevoli a una manifestazione in piazza: „Ah, ma così perdiamo tempo! Abbiamo già le prenotazioni!“.

Ma come può oggi un sindaco come Fritz Egarter, che porta la fascia tricolore e rappresenta lo Stato, sorvolare sul raid delle ruspe e dire „siamo sereni e attendiamo il giudizio del Tar di Bolzano con la tranquillità di chi sa di aver fatto i passi giusti“? Erwin Lanzinger, l’albergatore che ha appena ospitato Giorgio Napolitano, sostiene che la sospensione dei lavori è un danno e che „è giunta l’ora di dare voce e visibilità a coloro che vivono di turismo e che si dissociano dalle posizioni sempre più radicali di gruppi ambientalisñ che si arrogano il diritto di insegnare a tutti ciò che è bene e ciò che è male“. Ma non è questo il punto.

Mettiamo anche che abbiano ragione, che quegli impianti vadano fatti, che gli ambientalisti come Hans Peter Stauder siano dei pazzi fanatici e che la loro tesi sia insensata. Mettiamo tutto questo: cosa cambia? Quel blitz è stato una porcheria inaccettabile. E c’è da sperare che lo stesso presidente della Repubblica che su queste cose è un pilastro, la prossima estate cambi montagne. Un piccolo segnale per dire: le leggi vanno rispettate, carissimi amici sudtirolesi, anche in Val Pusteria.

Gian Antonio Stella

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