Ambiente & Salute: Il rischio concreto di uno scambio di rifiuti con Trento

I trentini hanno 70.000 ton. annue  di rifiuti di troppo, l’inceneritore non lo faranno più visto il continuo calo dei rifiuti residui. Negli ultimi giorni dell’anno appena passato, il giornale trentino Adige ha pubblicato diversi articoli sul tema, insistendo su contatti tra l’assessore all’ambiente Gilmozzi e il nostro Mussner in vista di uno scambio di rifiuti tra le due province.

Bolzano ha l’inceneritore in sofferenza per mancanza di rifiuti mentre Trento ne avanza.
Bolzano ha troppo organico visto che la Provincia non ha saputo anticipare l’arrivo dei rifiuti organici  da Bolzano, Laives e Merano e ampliare per tempo l’impianto di Lana. L’ampliamento è previsto entro il 2016. Intanto ci sono circa 8.000 tonn. di organico che bisogna smaltire da qualche parte. I trentini hanno impianti in grado di trattarli. Da qui nasce un concreto rischio di scambio: “voi ci date il vostro organico e noi vi diamo il nostro residuo”, due piccioni con una fava. Gilmozzi e la provincia di Trento non nascondono che lo scambio si può fare. Il sindaco Spagnolli ha i capelli dritti in testa, gli avevano fatto bere l’inceneritore raccontandogli che avrebbe bruciato solo rifiuti sudtirolesi e che in provincia di Bolzano per legge non si possono importare rifiuti, legge che intanto l’azienda Haffner ha fatto più o meno decadere. La giunta provinciale bolzanina è per ora solo sulla carta e il nuovo assessore all’ambiente Theiner non si è o non può esprimersi in merito. Dovrà studiare il problema, soprattutto dovrà trovare il modo di risarcire il mutuo da 120 milioni di € per pagare l’inceneritore e le 70.000 ton. di Trento potrebbero essere un buon aiuto.

Gli ambientalisti sudtirolesi e trentini fanno notare che ci sono anche altri costi in capo all’inceneritore: i costi ambientali e sulla salute che verranno pagati dai cittadini di Laives, Bolzano e Appiano in termini di minore salute e qualità di vita. Hanno già fatto notare la notevole dose di cinismo degli amministratori trentini, così bravi nell’organizzare la propria raccolta dei rifiuti salita in dieci anni dal 21 al 72% e in costante miglioramento, ma indifferenti alle conseguenze sui cittadini di Bolzano della combustione del loro residuo. Ma a questo disinteresse siamo ormai e purtroppo abituati dagli amministratori di casa nostra.

Anche i sudtirolesi stanno facendo la loro parte cercando di ridurre sempre più i rifiuti da bruciare e quindi migliorando la qualità dell’ambiente del capoluogo, sforzo che sarebbe vano se arrivassero rifiuti dai vicini di casa.

Ai nostri nuovi amministratori consigliamo di rivedere il piano rifiuti e di smettere di considerare l’inceneritore come fonte di energia ma piuttosto come momento di passaggio sulla strada verso una riduzione spinta dei rifiuti, verso rifiuti zero che non è utopia ma una strada oggi praticabile. Occorre innanzitutto volerlo, è un problema di volontà politica prima ancora che tecnico.

Argante Brancalion
Ambiente& Salute

02.01.2013

 

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