MOSE e prolungamento A27: Fare per spendere

Per Altre Strade, 24.06.2014 – Fare per spendere, e per spendere male: che nel Veneto le grandi opere targate Mantovani & Co servissero a far soldi e non a soddisfare dei bisogni reali era del tutto evidente.

Lo era per noi, impegnati da anni nella battaglia contro il prolungamento dell’autostrada A27, perché la riteniamo inutile e dannosa per il nostro territorio patrimonio UNESCO, e lo era per chiunque volesse vedere oltre la nebbia della propaganda, guardare “tra le righe” dei documenti. Gli arresti delle ultime settimane non sono inaspettati, specialmente negli ambienti della “politica” si era in attesa da tempo che questo succedesse.

Dalla lettura della documentazione ufficiale (progetti, delibere regionali, proposte di convenzioni, valutazioni di impatto ambientale) emergeva chiaramente che i lunghi percorsi procedurali che avrebbero dovuto garantire la ponderatezza delle decisioni, e gli articolati pareri che attestavano la compatibilità economica e ambientale dell’opera non avevano altro scopo che quello di giustificare decisioni già prese. La semplice lettura della delibera di approvazione “con prescrizioni” della Commissione VIA nazionale, vista la quantità sproporzionata di “prescrizioni” che di fatto stravolgevano il progetto e ne avrebbero dovuto decretare la bocciatura, dimostra la volontà del “sistema” di mandare avanti il progetto di prolungamento della A27.

 

A partire dal 2007 – anno di nascita di PAS Dolomiti, ma anche prima – abbiamo denunciato in molti modi i lati oscuri dei project financing in generale e di quello Alpe Adria (A27) in particolare. Lo abbiamo fatto con assemblee pubbliche, incontri con amministrazioni comunali e con quasi cento comunicati inviati a media, istituzioni, amministratori, comitati e a un gran numero di cittadini.

Di fatto siamo stati una delle poche voci che cercava, il più delle volte inascoltata, di scalfire il muro di coloro che, fidandosi dei loro rappresentanti in Regione e inconsapevoli prede della propaganda politica, erano stati convinti della bontà del progetto del prolungamento; degli indifferenti e dei rassegnati. Il muro della connivenza “politica”, visti gli interessi in gioco, non era evidentemente sensibile ai nostri appelli.

Da qualche settimana però lo scandalo riempie tutte le prime pagine. “Non c’è mattone, non c’è colonna, non c’è centimetro quadrato di cemento che non poggi su fatture false” – scrive in data 11 giugno il Corriere del Veneto, quotidiano che non ha mai voluto dare spazio ai nostri comunicati stampa – “Pagina dopo pagina, le trascrizioni delle deposizioni fatte ai pm lagunari hanno aperto il vaso del Mose, raccontano di un Veneto interamente costruito su mazzette, regali, favori. E con un occhio di riguardo alle opere più convenienti. Non per i malati che hanno bisogno di ospedale, non per le imprese che hanno bisogno di infrastrutture e di certo non per i veneti”.

Nell’attesa che la giustizia completi il suo corso e faccia emergere per intero – se ce la farà – il marcio di cui sono infarciti la politica (quella con la “p” minuscola) e il comparto dei grandi lavori, sottoponiamo alla vostra attenzione un documento (link) da noi elaborato a fine 2012 per fare il punto sul progetto di prolungamento dell’A27 (attualmente al CIPE) e che mantiene ancor oggi la sua validità. Il resto è cronaca.

https://www.dropbox.com/sh/urytz6pdvvh8yru/AABZbEYMa1sZMZmOVOt08br3a/pp_ALPEADRIA_%2028-12-2012.pdf

In questo documento – un power point di facile lettura – abbiamo concentrato la sostanza delle nostre conoscenze.

La parte alta della provincia di Belluno ha rischiato, lo ripetiamo ancora una volta, di vedersi trasformata in un corridoio di traffico internazionale e di precludersi con questo la possibilità di un futuro diverso, del quale dovrebbe essere lei stessa l’artefice, a causa degli interessi egoistici di una cupola di disonesti e di corrotti.

Pericolo passato? Vogliamo sperarlo, ma è meglio tenere gli occhi bene aperti. In quanto territorio debole e marginale, anche se contenitore di grandi bellezze naturali, corriamo ancora il rischio di venire sacrificati sull’altare delle grandi opere, anche se con qualche mazzetta in meno.

24 giugno 2014

PER ALTRE STRADE DOLOMITI
Comitato Interregionale Carnia-Cadore
www.peraltrestrade.it

peraltrestrade.cadore@gmail.com

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