Ciclabile pericolosa

Giorgio Mazzocchi

Imboccata la ciclabile che da Brunico porta a Valdaora, dopo le gallerie si scopre che la ciclabile è diventata una camionabile; enormi camion, larghi quanto la sede stradale, imboccano la ciclabile da un cantiere sul fiume, munito di cancello, ma privo del pur obbligatorio tabellone, che dovrebbe indicare cosa si sta realizzando, da parte di chi e per quale committente. Successive indagini in città, mi fanno ritenere che trattasi di lavori per la messa in sicurezza del corso del fiume Rienza.
Al momento si vede solo che sono stati abbattuti tutti gli alberi lungo le sponde del fiume per circa cinquanta metri e sull’area sconvolta dagli scavi un escavatore, che asporta sabbia e ghiaia dal fiume, caricando grossi camion che trasportano il materiale di scavo all’impianto di betonaggio posto a fianco della ciclabile, poche centinaia di metri prima di Valdaora di sotto.
Questi camion, invece di spostarsi sulla provinciale alla prima uscita possibile, proseguono sulla ciclabile, come detto, sino all’impianto di betonaggio di Valdaora di sotto. Vero che sono stati messi dei cartelli che limitano la velocità a 30 km/h e per le bici addirittura a 10 km/h, ma chi controlla? e quanti ciclisti hanno il computer-tachimetro? e perché i camion percorrono la ciclabile, anziché uscire il prima possibile sulla provinciale? Devono forse nascondersi, perché forse manca qualche permesso per il riutilizzo dei materiali scavati dal fiume nel calcestruzzo?
Fatto sta che quel giorno ho tentato invano di spiegare in italiano (non conosco il tedesco) a un turista tedesco con due pargoletti su piccole biciclette che la pista è pericolosa e che doveva badare ai figli; lui si è limitato a sorridere e a salutare, procedendo rapido in bici verso Brunico e i camion sulla pista.
Se proprio gli autocarri devono passare di lì, non è meglio chiudere provvisoriamente la ciclabile?
Brunico, 3 settembre 2010
Giorgio Mazzocchi

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