„Quello“ di Roma e i giocattoli di Durnwalder

Florian Kronbichler, Il Corriere dell’Alto Adige, 29.07.2012

È sospetta l’inconsueta durezza dei toni con cui l’Svp conduce la sua battaglia contro „Roma ladrona“. So che mi ripeto, ma mi preme tornare sull’argomento trattato qui domenica scorsa, ovvero la „creatività sottosviluppata“, così l’ho chiamata, dei nostri governanti autonomi riguardo alle possibilità di ottemperare alla direttive di risparmio del governo Monti. Invece di proporre modi e spazi (autonomi) per risparmiare, l’Svp punta tutto sulla strategia che le è più familiare: lancia strali contro quelli, anzi, „quello“ di Roma, demonizzandolo come non ha fatto con nessuno prima, men che meno con Berlusconi. Manca poco che siamo alla proclamazione del „Volk in Not“: (popolo in pericolo), quindi all’autodeterminazione.

Perché fa così, la Volkspartei? A differenza di situazioni „d’emergenza“ simili in passato, questa volta non c’è alcuna pressione dalla base, nessuna rabbia popolare da cavalcare. Sarà per la nota percezione ritardata alpina, ma ancora vige un generale apprezzamento fra i sudtirolesi per l’operato di Monti e del suo governo; anzi, sono i politici a trovare apparente difficoltà a „comunicare“ la propria arrabbiatura. Sono loro ad aizzare il popolo, perseguendo una cinica strategia del tanto peggio tanto meglio, perché incentrata tutta sulle elezioni provinciali dell’autunno 2013. Il partito ancora „di raccolta“, dato per perdente e con in sospeso l’incognita Durnwalder sempre più sfinge, cerca la bacchetta magica e crede di averla trovata nel nemico esterno.

E‘ per questo che la Volkspartei ora drammatizza e di ogni risparmio estorto fa un attentato all’Autonomia, quindi alla Costituzione. Ed è per questo che, a differenza di Dellai a Trento, non fa alcuna proposta autonoma di come e dove risparmiare. Lascia che Monti faccia il cattivo, che aumenti l’Imu e chiuda ospedali, per poi aver ragione di scagliarsi contro. La strategia, oltre che meschina, è rischiosa. Non è detto che la popolazione capisca che alle misure di risparmio imposte da Monti non ci siano alternative. Anzi, è convinta che ce ne sono e le indica anche con insistenza: c’è lo stadio fantasma dell’Fc Südtirol, appunto, c’è l’aeroporto, mai amato, anzi, defenestrato a suon di referendum, c’è il safety park che non decolla, ci sono il polo bibliotecario che fatica a giustificare la sua indispensabilità e il parco tecnologico del quale gli imprenditori non vogliono sapere, ci sono decine di cattedrali progettate. La gente vi rinuncerebbe volentieri. Perché Durnwalder, invece di chiedere sudore e lacrime, non dà in pasto al popolo qualcuno dei suoi giocattoli? Risparmierebbe tanti milioni e la gente apprezzerebbe, perché ce l’ha con la mania delle mandi opere. Elettoralmente renderebbe. Eppure, niente. E strategia o pura testardaggine, chi lo sa?