Michil Costa: Earth Day

Alto Adige, 22.04.2013 – L’“Earth Day” per cullare Madre Terra

L’altro giomo perccrrevo la Val Pusteria in auto. Guardavo le nuove costruzioni, i ponti, i viadotti, le circonvallazioni attorno a quei brutti paesoni che una volta, da armonici paeselli, punteggiavano gradevolmente la Valle del Sole. Allora vi sorgevano costruzioni che s’integravano nel paesaggio, vi si inserivano con armonia. Oggi quegli edifici sono stati sostituiti da strutture senz’anima: stabilimenti, alberghi, case con torrette e castelletti di varie forme e dimensioni, centri polifunzionali che un po’ ovunque hanno invaso gli spazi verdi; zone industriali alle porte di ogni paese; asfalto, catrame, cemento, materiali d’oltreoceano che non c’entrano nulla con questi luoghi, con le tradizioni della gente che vi abita. Le chiese e alcuni edifici storici sono sopravvissuti, ma sono pochi quelli che hanno resistito all’inesorabìle avanzata di questa bruttura. 

La strada statale è stata ampliata. Interventi che avrebbero dovuto alleggerire il traffico e diminuire i tempi di percorrenza, ma le cronache di questi anni dimostrano che semmai è successo il contrario. In compenso, si sono ristretti quei bei campi verdi, inghiottiti da lunghe colonne di auto e camion. Il contadino che arava il terreno, quello che ripuliva il bosco lungo il trafficatissimo stradone mi parevano figure remote, destinate a scomparire.

Oggi e la giomata mondiale della Terra. Il giorno di Pachamama. Pachamama è la Madre Terra. La giornata è stata istituita in seguito all’ennesimo disastro naturale. Era il 1969: a Santa Barbara, in California, milioni di litri di petrolio fuoriuscirono da un pozzo della Union Oil. L’Earth Day nacque con questa motivazione: „tutte le persone, a prescindere dall’etnia, dal sesso, dal proprio reddito o dalla propria provenienza geografica hanno il diritto ad un ambiente sano, equilibrato e sostenibile“.

Ecco, percorrendo la Val Pusteria mi sono chiesto: cosa abbiamo imparato, dopo quello che era successo nel l969 e dopo le decine e decine di disastri ambientali che abbiamo provocato? E ho subito pensato: riuscirebbe oggi la Val Pusteria, con i campi che le sono rimasti, a sfamare i suoi abitanti? Non è un controsenso, una follia quello che stiamo facendo?

Sortraiamo terra alla Terra, consumiamo il suolo. Eppure la terra è il nostro bene più grande. Se continueremo a sprecare la fonte primaria del nostro sostentamento, di cosa vivremo domani?

Pachamama gira su se stessa da quattro miliardi e mezzo di anni. Ha generato piante, animali, ecosistemi, addirittura noi stessi, il genere umano. E noi oggi la stiamo uccidendo: scaviamo nel suo ventre dimenticando che siamo noi che apparteniamo a lei, non lei a noi. Ma non c’illudiamo, Pachamama non morirà nelle nostre braccia. Lei, la nostra Madre Terra, se la caverà comunque. Siamo noi che non ce la caveremo, se continueremo a violare nostra Madre presto ci estingueremo.

Il 22 aprile è un giomo importante, il giorno giusto per riflettere sui nostri sconsiderati comportamenti, prima che sia troppo tardi. E la stessa partecipazione all’Earth Day, che ha superato il miliardo di persone, a dimostrarci che forse, finalmente, qualcosa sta cambiando. Si sta affermando una generazione „verde“, che guarda sempre di più ad un futuro libero dai combustibili fossili, ad una maggiore sensibilità per consumi sostenibili, allo sviluppo di un’economia „verde“ e ad un sistema educativo che tenga sempre più conto delle tematiche ambientali. Se a questo riuscissirno ad aggiungere un po’ di rispetto per le nostre tradizioni ed il nostro passato – magari senza essere catalogati come vecchi nostalgici – per il bello, per la dolcezza, sono convinto che riuscirenmo non solo a vivere più a lungo, ma anche a vivere meglio, cullando tra le braccia la nostra vecchia Madre Terra, assieme ai contadini della Val Pusteria.

Volerle bene, volerci bene è un dovere. Dobbiamo provarci, ne va del nostro futuro; e del nostro Presente.

Michil Costa

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